E’ una delle istituzioni del Gruppo Don Bosco, che vanta una storia ultracentenaria e ha ottenuto riconoscimenti tra il pubblico per i suoi standard educativi e morali, oltre a raggiungere gli strati più bassi della società occupandosi di orfani, semi-orfani, indigenti e anziani, oltre a prendersi cura dei loro figli.

Per le sue opere caritatevoli e sociali, ha ricevuto certificati di servizio meritorio sia dal governo centrale che da quelli statali. Oltre a ciò, abbiamo la particolarità di avere stretti legami con varie agenzie governative per un’ampia varietà di progetti di emancipazione femminile, gruppi di auto-aiuto, centri di formazione per donne, scuole elementari, superiori, di transito e notturne, dispensari Camillus e Memisa, case per anziani indigenti, case per bambini speciali, ballate, ecc. Come riconoscimento dei nostri servizi, abbiamo ricevuto il Premio nazionale indiano del 1995 per il benessere degli handicappati e il Premio statale del Tamil Nadu del 1998 per il benessere dei disabili.

Padre Orfeo Mantovani, un grande missionario italiano, mentre si occupava dei bisogni spirituali della gente era sempre costretto a prestare attenzione al benessere sociale delle persone che lo circondavano. Aveva spirito, zelo e il sogno di aiutare i più poveri tra i poveri.

I suoi sogni si realizzarono quando l’allora Arcivescovo chiese al Rev. Louis Mathias di Madras – Mylapore di chiedere a Mantovani, allora parroco di Tambaram, di fare un sopralluogo a Vyasarpadi per la costruzione di una nuova parrocchia. Dopo aver studiato il luogo, nel 1964, in occasione della festa dell’Immacolata Concezione dell’8 dicembre, acquistò il terreno che era una discarica di ceneri. Fu commosso dalla povertà della gente e dalle condizioni pietose dei malati di lebbra. Il luogo era sovraffollato dagli abitanti delle baraccopoli e dei marciapiedi evacuati dalla città e da 20.000 indiani rimpatriati (rifugiati) dalla Birmania.

L’opera fu inaugurata ufficialmente il 2 febbraio 1965.

La rapida urbanizzazione, l’istruzione e la diversificazione delle occupazioni hanno portato a cambiamenti inaspettati negli stili di vita, negli atteggiamenti e nei comportamenti delle giovani generazioni, mentre gli anziani sono molto tradizionali nei loro pensieri e comportamenti e nostalgici della loro vita passata. Il risultato è il divario generazionale, la mancanza di comprensione tra le generazioni più anziane e quelle più giovani. Gli anziani di oggi sentono un “isolamento sociale”. In molte famiglie gli anziani non interagiscono molto con i membri della famiglia né hanno buoni rapporti con loro. La generazione più giovane ha molti interessi e preoccupazioni e si preoccupa meno della generazione più anziana, dei suoi interessi e dei suoi bisogni. Di conseguenza, gli anziani si sentono trascurati e trascorrono la maggior parte del tempo da soli, con interazioni limitate. La salute degli anziani è la priorità più bassa in famiglia e, a meno che non siano gravemente malati, non vengono portati dal medico o curati. Gli anziani non ricevono cure e rispetto adeguati da parte della famiglia. In molti casi, gli anziani sono fisicamente deboli e hanno poche, se non nessuna, possibilità di scelta; accettano la loro condizione così com’è.

La maggior parte degli anziani nell’area del progetto vive da sola o con il solo coniuge, nonostante abbia uno o più figli. Anche per coloro che vivono in famiglia, l’assistenza e il sostegno non sembrano essere adeguati e la vita degli anziani può essere più difficile di quanto sembri dall’esterno. Gli anziani di oggi non godono dello stesso rispetto e delle stesse cure che ricevevano gli anziani del passato. Gli anziani che rimangono soli hanno più difficoltà in caso di malattia e persino per la sopravvivenza quotidiana. Anche quelli che vivono in famiglia non possono spendere i loro risparmi secondo la loro volontà. Per molte donne anziane, quando i loro mariti sono morti all’improvviso, hanno dovuto affrontare il problema della sopravvivenza se i figli si sono rifiutati di prendersi cura di loro.

Di conseguenza, il numero di anziani abbandonati o orfani è in aumento, soprattutto tra i gruppi dei bassifondi e a reddito medio. Questi anziani, se trascurati e abbandonati, si rivolgono a DON BOSCO BEATITUDES per ricevere cure e protezione. Attualmente abbiamo 27 anziani maschi e 36 femmine nella nostra casa per anziani. A loro vengono forniti gratuitamente vitto e alloggio. Le suore appartenenti alla famiglia salesiana si prendono cura di questi anziani.

Garantire a 65 anziani poveri, indifesi e indigenti l’accesso a un alloggio sicuro, a un amore tenero, a cure adeguate, a nutrimento, a una buona acqua potabile, a un servizio sanitario e a buone strutture igieniche.

• Ristrutturare la cucina, fornire depuratori d’acqua, una pompa a motore per le acque sotterranee, una colazione (padella dosa-chapati), portapiatti, recipienti e un tetto per la cucina del riso.
• Aiutarli ad avere un ambiente più sano e felice.
• Garantire la dignità della vita
• Obiettivi specifici

Obiettivi specifici

• Garantire un’alimentazione pulita fornendo una cucina pulita e ordinata.
• Fornire acqua potabile e sicura agli ospiti della casa di riposo, ristrutturando e installando nuovi serbatoi d’acqua e un sistema RO.