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Adottare un bambino, adottare un sogno

Adottare un bambino, adottare un sogno

Si fa sempre una certa difficoltà a trovare il giusto termine per definire l’assistenza economica che si offre ad un bambino o a una bambina in un contesto come quello indiano. Non è in alcun modo immaginabile quanti risvolti emotivi, quale opportunità e cosa può nascere dalla decisione di mettere mano al proprio portafoglio per aiutare qualcun altro. Nè dove ti può portare.

Perché sostenere un bambino nel difficile percorso ad ostacoli della scuola significa certo aiutare non solo quel bambino, ma nel contempo sostenere una intera famiglia, contribuire a crescere una comunità. Ed in contraccambio avere, attraverso un viaggio aperto a tutti, la possibilità di incontrare “quel bambino” e – nel modo più o meno riservato che si desidera – rendersi visibili e magari cambiare la sua realtà.

È quello che succede e che è successo a Liana, la quale che da un semplice incontro si è trovata poi a “adottare una famiglia” e sentire nel cuore lo slancio di risolvere un problema pratico e quotidiano… come fosse stata la sua famiglia. Per me che sono stata spettatrice di questo grande slancio di amore e generosità posso soltanto per dire che “Tutto è Possibile” quando si va in India, perché il cuore si allarga a dismisura e la realtà ti abbraccia scaldandoti il cuore. Visitare il villaggio del mio bambino Surith e della sua sorellina Pratipha è stata una esperienza
nell’esperienza; così come rendersi conto che bastavano soltanto 1.191 euro per poter invertire la rotta della disperazione di una mamma, preoccupata per la incolumità dei propri figli in una gioia infinita.

Perchè essere sprovvisti di porte e fi nestre in una realtà dove serpenti velenosi (quali i cobra) e animali selvatici possono aggredirti continuamente, così come essere sottoposta al costante
pericolo di stupro o di violenza da parte di persone malintenzionate (schiave dell’alcool o della disperazione, come il papà dei bambini), fa in quei luoghi davvero la differenza.

Liana ha visto, Liana ha chiesto al padre salesiano responsabile della scuola un preventivo per la loro sicurezza: porte e finestre nuove. Liana è tornata in Italia e non ha dimenticato. Ha inviato in due tranche di pagamento i soldi necessari ed ha visto in pochi soli tre mesi (tra marzo e maggio 2019) restituire porte e fi nestre ma soprattutto dignità e sicurezza ad una famiglia. Per poi scoprire che forse … non era lì per caso e che quella famiglia stava aspettando proprio lei!

Stavo passeggiando nella cittadina di Lourdes, quando ricevo una telefonata da Federica dell’Apis che all’epoca conoscevo appena. L’avevo infatti incontrata qualche mese prima quando avevo adottato due bambini: Surjith Barnala di Nedungadu e Selvi di Dindigul. Come un fulmine a ciel sereno mi aveva chiamata per invitarmi a partecipare al prossimo viaggio Apis in Tamil Nadu!

Non sono propriamente una cristiana “praticante” ma quella telefonata arrivata in quel posto così carico di spiritualità e in un momento così particolare della mia vita, mi hanno fatto pensare ad una coincidenza “suggestiva” che poi si sarebbe rivelata un’esperienza davvero molto toccante. Dopo aver detto di sì e conosciuto a Roma i miei compagni di viaggio (con i quali trovo
subito il giusto feeling) mi decido ad affrontare questo viaggio così diverso dal solito. Un gruppo davvero insolito, il nostro: diverse le età, diversi i pensieri, ma tutti con lo stesso cuore aperto al confronto.

Si rivelerà infatti un viaggio nel quale proprio le reciproche diversità ci hanno reso sempre felici e sereni, nonostante
qualche diffi coltà oggettiva incontrata. Arrivati infi ne in Tamil Nadu, nella capitale Chennai, cominciamo ad incontrare le comunità salesiane e i ragazzi da loro accolti. Fin da subito l’emozione è stata tanta perché l’accoglienza, dovunque andavamo, era avvolgente e coinvolgente.

Tutti i ragazzi e le ragazze che abbiamo incontrato ci hanno sempre accolto con grandi festeggiamenti come quando si accoglie un amico lontano che non vedi da tanto tempo.

Ci aspettavano!!

Il momento più toccante per tutti però è stato quando siamo venuti a diretto contatto con i nostri bambini sponsorizzati. L’11 febbraio 2019 era prevista la visita a Nedungadu, dove avremmo inaugurato il nuovo edificio scolastico terminato da poco con fondi dell’Apis. Quel giorno però era l’ultimo di una lunga festività indù e quindi tutte le scuole erano chiuse e non si potevano richiamare gli allievi.

Pensavamo quindi di non trovare nessuno ma… non ci hanno lasciato soli!! Sono venuti ad accoglierci e festeggiarci, come sempre, tutti i bambini sostenuti a distanza e le loro famiglie.

Durante il nostro incontro guardo uno ad uno i bambini presenti cercando di riconoscere il mio Barnala e, finalmente, il mio sguardo si ferma su un bambino che assomiglia proprio a quello
della foto della mia scheda.

È proprio lui!! Il cuore fa un tale sobbalzo, che non so descrivere l’emozione!

Finita la piccola festa in nostro onore chiedo a padre Wilson, che conosce la lingua tamil, di aiutarmi a parlare con lui. Mi giro e vedo venirmi incontro Surjith Barnala, insieme alla
madre e a sua sorella Prathiba, una bambina di circa 9 anni. Ci abbracciamo e ci sediamo: io ho portato delle magliette per Barnala e, mi sento un po’ dispiaciuta di non avere nulla per la sorellina, ma non sapevo della sua esistenza!

Barnala è davvero felice dei regali; poi apro una busta dove in inglese avevo raccontato della mia famiglia e gli mostro le foto. Era come se facessero parte da sempre della mia famiglia.
Il direttore della scuola mi fa presente che anche Prathiba è in attesa di adozione e mi racconta la loro diffi cile situazione familiare. Abbandonati dal padre, quasi sempre ubriaco, vivono in un villaggio ad una ventina di chilometri dalla scuola, in una casa non ancora terminata, priva persino di porte e fi nestre. Non me lo sono fatto dire due volte e subito ho deciso di provvedere anche al sostegno della sorellina Prathiba.

La dignità di queste persone, la gioia negli occhi della mamma che vede la possibilità concreta data ai fi gli di studiare, ci ha reso ad entrambe gli occhi lucidi! Io ero al settimo cielo: mai mi ero sentita così felice. In fondo, mi dico, ”con meno di due caffè al giorno riesco a sostenere allo studio due bambini che altrimenti non avrebbero avuto futuro”.

Ma non era finita qui: al termine dell’incontro mi viene l’idea di andare a vedere la loro casa. Un momento per decidere e la mia richiesta viene accolta con entusiasmo da tutti. Con il nostro pulmino raggiungiamo il villaggio dei bambini. Surjith stesso ci guida come ci dovesse portare in una reggia. La loro casa situata in mezzo al bosco, aveva porte e finestre fatiscenti che la rendevano poco sicura. Quasi nessun arredo dentro. Ancora un cantiere in costruzione, ma fermo da tempo.

Nella loro grande dignità ci fanno accomodare e ci offrono una bevanda di caffè con latte. Chissà quanto gli sarà costato!! La beviamo tutti con piacere come si fa fra vecchi amici accettando
di buon grado anche qualche rischio igienico.

Oggi, questa mia famiglia indiana ha una casa più sicura con solide porte e fi nestre di legno. Come in tutte le famiglie che si rispettano ci si aiuta. Io ho fatto semplicemente questo, come fosse la mia famiglia. Un gesto naturale perché fatto con amore.

Ora ricevo periodicamente il resoconto dei voti scolastici e delle belle lettere. So che loro si impegneranno al massimo per studiare e sono certa costruiranno bene il loro futuro. La loro felicità è anche la mia.

Ma la storia non era finita qui. Uscendo dalla casa di Barnala mi accordo di una immaginetta incollata sulla porta: era l’immagine di Nostra Signora di Velankanni, la Madonna della Salute, una sorta “Lourdes d’Oriente” di cui la mamma deve essere devota.

Il caso vuole che quello stesso pomeriggio dell’11 febbraio, come da programma, andiamo a visitare proprio il santuario di Velankanni dedicato alla Madonna di Lourdes. Che strana coincidenza!! Questa personale esperienza di adozione e donazione è cominciata con una telefonata qualche mese fa quando ero in Francia a Lourdes e fi nisce proprio in questo grandioso santuario indiano il giorno della festa della Madonna di Lourdes.

La vita ci riserva, davvero, sempre tante straordinarie sorprese!!

Liana Canichella

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